Il 17 ottobre scorso la Pontificia Università Gregoriana ha organizzato e ospitato un convegno interreligioso intitolato Illuminazione e via tantrica. Cristiani e induisti in dialogo. L’evento, che era promosso anche dall’Ufficio nazionale per l’Ecumenismo ed il Dialogo interreligioso della CEI, è stato aperto da un saluto portato dal cardinale Jean-Luis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso.
La giornata aveva un duplice significato: il primo, anche sul solco dell’invito al dialogo interreligioso di papa Francesco, migliorare le relazioni con l’induismo. In vista di ciò aveva il sostegno dell’Ambasciata indiana, dell’Unione induista italiana, dell’Università Brahama Kumaris, dell’International Institute of South Asian Studies e di Religions for Peace.
Il secondo, invece, era di valore prettamente culturale e scientifico, come dimostra l’intervento in sala di indologi di fama internazionale e di teologi che da anni si occupano di dialogo e teologia delle religioni nelle università cattoliche romane. Va segnalato in questo senso l’appoggio scientifico all’iniziativa offerto dall’Università di Roma La Sapienza, dal movimento dei Focolari, dai camaldolesi romani e dal Chavara Institute of Indian and Interreligious Studies.(…)
I relatori
Si sono così succeduti gli interventi del sacerdote cattolico e professore australiano John Robert Dupuche – impegnato da anni nell’approfondimento di questa pista di confronto –, che ha evidenziato le affinità tra il concetto cristiano di spirito e quello tantrico di shakti. Dopo di lui, Maria Cristina Kaveri, della associazione Tathata Vrindham International (Italia), ha esposto in modo efficace un panorama sintetico di alcune dottrine fondamentali del tantrismo.
Nella seconda sessione, l’indologa austriaca – naturalizzata indiana – Bettina Bäumer, sul solco di due maestri da lei conosciuti personalmente, Raimon Panikkar ed Henri Le Saux, ha parlato della deificazione facendo un parallelo tra gli agama shivaiti e gli scritti di alcun Padri della Chiesa greci. Dopo di lei è intervenuto il professor Sathyanarayana, dell’Ecole Française d’Extrême-Orient di Pondicherry, esperto del tantrismo dell’India del Sud.
Nel pomeriggio, la mia relazione ha voluto mostrare come il tantrismo sia stato individuato come sponda di dialogo con l’induismo già dai missionari cristiani del primo Novecento, in particolare dai fondatori dell’ashram cristiano di Shantivanam Henri Le Saux, Jules Monchanin e Bede Griffiths, che si rifacevano alle intuizioni teologiche di Pierre Teilhard de Chardin. Thomas Matus, monaco camaldolese che ha vissuto nell’ashram summenzionato e ha insegnato all’università di Santa Clara (USA) e al Pontificio ateneo Sant’Anselmo, ha preso in esame – sul solco di un precedente studio comparativo su yoga ed esicasmo – l’antropologia della corporeità nella tradizione tantrica e in quella cristiana. Infine, nella sessione conclusiva, sono intervenuti Raffaele Torella, indologo dell’Università di Roma La Sapienza, forse il massimo conoscitore al mondo dei testi tantrici, e Colette Poggi, dell’Università cattolica di Lione, che ha messo a confronto il pensiero di due grandi figure: il filosofo e maestro tantrico Abhinavagupta e il domenicano renano Eckhart.