Spiritualità e Scienza nella visione filosofica di Raimon Panikkar- Ascona, Casa Eranos, 29 e 30 Ottobre

scuola-eranos-29-30-ottobre-2106Il seminario intende offrire una riflessione sugli attuali esiti della cultura occidentale; chiedendosi se, a partire dal ruolo svolto dalla scienza e dalla tecnologia, l’ambito della verità da considerare sia solo quello perimetrato dalla scienza.
E’ forse ipotizzabile come insegna Raimon  Panikkar, una “porta della saggezza” dalla quale accedere a una diversa comprensione di sé e del mondo?
Attraverso un percorso tra gli insegnamenti di Panikkar, alcuni docenti e studiosi si interrogheranno su come spiritualità e mistica possano eventualmente favorire questo incontro.
Interverranno: i Professori Jaume Cullell, Giuseppe Cognetti e Luigi Vero Tarca, insieme a Maria Roberta Cappellini (Presidente Cirpit) al regista Werner Weick e all’autore Andrea Andriotto.

ABSTRACTS

M.Roberta Cappellini:

Scienza, Utopia e Atopia nella visione di Raimon Panikkar

Abstract

Nella sua critica rivolta al panorama esistenziale della ns epoca al suo impoverimento religioso, culturale ed umano e al declino del suo mito, Panikkar, sulla scia del pensiero della fisica e della filosofia della scienza che da Godel a Heisenberg, da Feuerbach a Feyerabend, hanno evidenziato la realtà imprescindibile del limite, ha condiviso la episteme postmoderna problematizzando le ragioni  del cogito della filosofia  occidentale e respingendo l’utopia della tecnocrazia e dello scientismo attuali. La metafora poetica di Machado, spesso citato da Panikkar ci apre ad un senso più ampio del percorso esistenziale e cognitivo introducendoci alla sua triplice visione ontonomica dell’armonia, in cui la stessa u-topia si trasforma nell’a-topia a-dualistica della conoscenza.

Jaume Agusti Cullel:

Homo quaerens.El nuevo paradigma de supervivencia

Abstract

Homo sapiens, una humanidad que cree en un saber definitivo, que se aferra  a lo que sabe y lo impone a los demás humanos y a su entorno, porque lo cree revelado o arrancado a la misma realidad. Este hombre arrogante y violento, señor de la Tierra, ese homo sapiens sapiens no puede sobrevivir a la  vorágine  del poder  que el mismo ha creado.  La nueva esperanza está en una humanidad que asume plenamente su desconocimiento, su apertura e interés incondicional por todo,  que le lleva continuamente a preguntar y a interrogarse,  sabiendo que ninguna respuesta puede satisfacerle, que sus respuestas no tienen nada de definitivo sino que son solo para sobrevivir y para cantar la belleza de  lo que hay. Respuestas provisionales que no puede imponer,   sino que  le llevan a nuevas preguntas, pues siente que la verdad está del lado de las preguntas más que de las respuestas. Un Homo Quaerens,  humilde y pacífico,  compasivo y amante, libre y creativo, que huye tanto de imponer como de toda imposición por buena que se crea; Servidor  de la Tierra,  Testigo de ‘lo que hay’.

Giuseppe Cognetti:

Una lettura del Ritmo dell’Essere di Raimon Panikkar

Abstract

Il mio intervento cerca di mettere a fuoco alcuni tratti della riflessione panikkariana sulla scienza muovendo non da scritti esplicitamente dedicati al tema ma dall’orizzonte di senso disegnato nell’opera Il ritmo dell’essere,che si occupa del “significato ultimo della vita umana”, e si propone come una grande difesa della filosofia e della rilevanza anche pratica di una visione globale della realtà contro gli specialismi e gli scientismi riduzionistici funzionali alla conservazione dello status quo.
La disamina interculturale della domanda sul Divino (uno dei poli di quel che Panikkar ha chiamato “esperienza cosmoteandrica”) in quanto domanda ultima, ambito privilegiato d’indagine del volume succitato,mostra la legittimità di una critica non tanto alla scienza,al suo paradigma di razionalità e ai suoi metodi,ma all'”estrapolazione del pensiero scientifico moderno al di fuori della sfera scientifica”.

 

Luigi Vero Tarca:

La mistica come “Esperienza piena” della conoscenza scientifica

Abstract

Nel mio intervento intendo elaborare un’interpretazione del pensiero di Raimon Panikkar per la quale la mistica che egli propone costituisce in verità una forma di compimento del sapere, compreso il sapere scientifico. Potrei dire – riprendendo, parafrasandola, un’espressione cara a Raimon – che la mistica rappresenta “l’esperienza piena dalla conoscenza”. Questo approccio consente di venire a capo della difficoltà che pare colpire inesorabilmente la prospettiva mistica nella misura in cui questa, dovendo distinguersi da quella dicotomica, rischia di contrapporsi ad essa producendo a sua volta una dicotomia, e finendo quindi per fallire nel proprio intento di superare il sapere dicotomico.

Questo problema si presenta, in particolare, nel rapporto della sapienza panikkariana con il pensiero scientifico. Si tratterà quindi innanzi tutto di capire in che senso il pensiero scientifico può essere considerato dicotomico, e in che senso, poi, il pensiero mistico può differire da esso senza riprodurre una dicotomia. Questo accade nella misura in cui si riesce a generare un pensiero che, sempre parafrasando una tipica formula panikkariana, sia “al cento per cento razionale e al cento per cento mistico”. Ma, secondo la linea che verrà proposta, un compito del genere è eseguibile solo nella misura in cui si riesca a fare i conti fino in fondo con il problema della negazione – e quindi del negativo (perciò pure del dolore e della morte) – la quale del fenomeno della dicotomia costituisce il nucleo profondo.