L’esperienza della maturità cristiana è, per così dire, triplice. È l’incontro con Cristo nel centro del proprio sé, nel centro della comunità umana e nel centro della realtà. Il compito umano, in linguaggio cristico, consiste nella «concentrazione» di questi tre centri, in modo che formino una triplice sfera concentrica, senza però ridurla a una sola. La fede cristiana non è allora propter tuam loquelam («per la tua parola»), come fu detto alla samaritana, non è per autorità, né tanto meno per testimonianza, ma per aver sperimentato. La Cristianìa sorge come una nuova speranza. Però, come ho sempre detto: la speranza non appartiene al futuro, appartiene all’Invisibile. (Dall’Introduzione dell’autore)Il secondo tomo del volume III, Una cristofania, riporta, sempre in ordine cronologico, altri scritti che vanno fino alla piena maturità dell’autore, esprimendone l’evolversi del cammino spirituale e la testimonianza di fede chetrova la completa espressione in La pienezza dell’uomo,un libro più volte pubblicato in diverse lingue. Il titolo, Una cristofania, si riferisce per lo più a una forma di religiosità,la Cristianìa, che è concentrata sull’esperienza diretta del mistero cristico. Come appendice al volume vengono riportati estrattidi alcune lettere scritte al vescovo di Varanasi (India), rev. Patrick D’Souza, con cui l’autore fu in costante corrispondenza fin dal 1968. Essi testimoniano il suo impegno sacerdotale, nell’ambito del rapporto personale, sacramentale e istituzionale con il capo della diocesi in cui rimase incardinato fino alla fine della sua vita.